Il complesso dell'ex abbazia di San Gerolamo della Cervara è in una splendida posizione a picco sul mare, lungo la strada statale che unisce Santa Margherita Ligure a Portofino Il luogo di grande suggestione mantiene ancora integro il fascino dell'originario romitorio.
L'originaria costruzione fu innalzata dai Certosini di San Bartolomeo di Rivarolo. Al primo periodo di grande prosperità, durante il quale il convento acquisisce un notevole patrimonio immobiliare, segue un periodo, intorno alla metà del XV secolo, in cui la chiesa versa in gravi condizioni; un radicale intervento di ristrutturazione consentirà al complesso di ritrovare tutto il suo splendore ai primi del XVI secolo.
Nel 1506, Vincenzo Sauli commissiona al noto pittore fiammingo Gerard David, un superbo polittico per l'altare maggiore della chiesa di cui la famiglia ottiene il giuspatronato. Il polittico oggi smembrato in tre parti custodite rispettivamente al museo genovese di Palazzo Bianco, al Louvre e al Metropolitan Museum di New York, raffigura la Madonna con il Bambino, San Mauro e San Gerolamo, l'Annunciazione, la Crocifissione e Dio Padre.
Nel 1546 il priorato della Cervara venne innalzato al rango di abbazia da Papa Paolo III. Nel 1550 iniziò la costruzione del chiostro, mentre nel 1553 iniziò quella di una poderosa torre difensiva in asse con l'ingresso della chiesa. Il manufatto riprende tutti gli elementi tipici delle torri di difesa e avvistamento; è purtroppo completamente perduto il grande affresco raffigurante San Gerolamo, che lo arricchiva sulla facciata prospiciente la chiesa.
Nel corso del XVII secolo, grazie alla munificenza della famiglia Sauli, furono effettuati più interventi di rimaneggiamento su tutto il complesso.
A seguito della democratizzazione della Repubblica di Genova, nel 1797, e della successiva nazionalizzazione dei beni degli enti religiosi, anche il complesso della Cervara subì una decisa spoliazione. I beni dell'abbazia furono distribuiti alle chiese parrocchiali della zona: in particolare molti degli arredi e degli apparati liturgici furono trasferiti alla chiesa di Nozarego e sono attualmente esposti al museo diocesano di Chiavari.
Nel 1804 il complesso fu per poco tempo affidato ai trappisti di Valle Santa che vi aprirono una scuola, chiusa in seguito alle note vicende napoleoniche. Passato in amministrazione al seminario di Chiavari, l'immobile ormai in rovina, fu venduto al conte Giuseppe Pessagno e da questi al marchese Giacomo Durazzo; quest'ultimo, nel 1871, cedette l'abbazia ai padri Somaschi che la ristrutturano per istituirvi un collegio. Nel 1901 il convento venne occupato dai Certosini di Montrieux che vi rimarranno fino al 1937 quando la Cervara venne acquistata dai conti Trossi. Venne dichiarata monumento nazionale nel 1912.
Nel 1990 venne acquistata dall’attuale proprietà e divenne oggetto di consistenti lavori di restauro portati avanti con la supervisione della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici della Liguria.
Il complesso è circondato da un incantevole giardino monumentale, anticamente orto dei monaci, esteso su due livelli, entrato a far parte del circuito dei grandi Giardini Italiani.
Oggi la Cervara è sede di rilevanti eventi culturali. E’ inoltre possibile organizzarvi riunioni, feste, incontri di lavoro e ogni altro tipo di evento.
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