All’interno del manto vegetativo del Monte San Nicolao, poco sopra Velva, si nascondono i resti di un Hospitale di epoca romana, attivo per tutto il Medioevo, che ospitò pellegrini e viandanti fino al 1590 quando fu distrutto da un incendio.
Oggi è oggetto di numerose e importanti campagne di scavo e di studi archeologici: è, infatti, ancora visibile l'impianto originale dell'edificio, riconducibile ai secoli XII e XIII, a forma di croce, con tre absidi semicircolari nel braccio orizzontale, a fianco della chiesetta che completava la costruzione. Si possono, inoltre, osservare i resti di una piccolo vano, probabilmente una tomba che ospitava un monaco o un personaggio qui vissuto.
Lungo le strade medievali si trovano sovente edifici destinati al ricovero dei pellegrini, spesso sorti per iniziativa di religiosi o altre persone volenterose e caritatevoli che facevano donazioni per la costruzione di rifugi per i viandanti, dato che, durante tale periodo, era costume diffuso il pellegrinaggio a piedi verso Roma o altre mete religiose, spesso con l’intento e la speranza di guadagnarsi “l’assoluzione” da una pena grave.
In particolare, l’Ospitale di San Nicolao era piuttosto conosciuto e frequentato in età medievale in quanto sorgeva su una “strada Romea”: punto cruciale di collegamento tra la Liguria, l'Emilia e la Lunigiana, era raggiungibile da Piacenza e Parma attraverso il valico di Cento Croci oppure da Sestri Levante attraverso il crinale del Bracco. Si poteva, quindi, proseguire fino a Mattarana e a Brugnato e poi scendere fino alla valle del Magra e immettersi sulla "via Francigena" che, passando per Luni e Lucca, proseguiva in direzione di Roma.
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