Numerosi sono i Comuni del Levante Ligure e del suo entroterra che sono appartenuti al dominio feudale della famiglia Fieschi e del quale conservano sul loro territorio importanti testimonianze storiche e culturali (da ciò è nato recentemente un progetto di intesa per la promozione culturale e turistica di un itinerario fliscano che comprende oltre venti diversi comuni).
In Valgraveglia, in particolare in località Zerli, sono tutt'ora presenti importanti testimonianze architettoniche della dominazione dei Conti di Lavagna che il visitatore può agevolmente raggiungere seguendo un coinvolgente percorso pedonale in cui si susseguono emergenze storiche e naturali di straordinaria bellezza.
La tappa di Zerli dell'Itinerario Fliscano è dunque costituita dai resti del Castello di Roccamaggiore, che si ergono su un suggestivo sperone roccioso proteso verso la valle sottostante, in una posizione strategica e altamente suggestiva immersa nella vegetazione e quasi nascosta al visitatore.
La torre del Castello, di cui sono i resti oggi visibili, è citata da fonti scritte già dal XXII secolo. Il dongione presenta sotto il profilo architettonico una tipologia d'avanguardia rispetto alle costruzioni dello stesso periodo e una tecnica costruttiva raffinata, dovuta a maestranze specializzate, che solo una committenza forte come quella della famiglia Fieschi può aver patrocinato.
Il manufatto è in pietra a vista, realizzato con conci perfettamente squadrati, spesso con faccia a brugnato; anche l'interno, che in questo tipo di costruzioni è solitamente grezzo e meno curato nei particolari, presenta invece in questo caso conci ben sagomati e lavorati in modo esemplare.
L'aspetto più interessante della torre sono però le sue dimensioni, tali da porla come un manufatto del tutto anomalo e con valenze particolari: i muri a secco hanno spessore ragguarevole, il che denuncia come in origine l'altezza dovesse essere di tutto rispetto rendendo la torre ben visibile in lontananza; il saliente d'altro canto ha una volumetria molto ridotta, che ne limita un utilizzo pratico, si pensa quindi che dovesse svolgere la sola funzione di controllo, in quanto al suo interno entrano con difficoltà due persone.
Con molta probabilità la costruzioe ha valenze soprattutto simboliche, con le sue forme perfette che trovano diretto riscontro nelle tipologie dell'arte militare (come l'ingresso sopraelevato), volendo veicolare un messaggio chiaramente ideologico, che ribadisce la capacità di controllo sul territorio dei Fieschi ed esalta al tempo stesso il prestigio e la raffinatezza del committente, in linea con il modo di porsi di questa famiglia.
Della fortezza oggi è dunque visibile solo il saliente del dongione, appartenente ad un più ampio complesso fortificato parzialmente abbattuto per ordine genovese nel 1331 e in seguito ricostruito per poi essere definitivamente abbandonato nel 1438 per volontà del Doge Tommaso Campofregoso.
Nel perimetro del Castello infine ci sono ingressi che fanno presumere la presenza di due gallerie, oggi parzialmente occluse da detriti, forse utilizzate un tempo per mettere in comunicazione la zona sotterranea del Castello con la frazione sottostante di Frisolino e come nascondiglio per le provviste.
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Ne |
Area Di Interesse Storico/Culturale Castello, torre o fortificazione |
Tracce di storia Castello, torre, fortificazione |