Costruzione in pietra, ubicata a Casanova, e precisamente a Canfernasca (uno dei sei borghi di cui è costituita la frazione), denominata in passato "mulino del Principe"; vicino alla costruzione si trova anche un ponte medioevale ubicato nei pressi del luogo dove sorgeva il Castello dei Malaspina. Il ponte è sottoposto a tutela monumentale ai sensi del D.lgs 42/2004 Codice di Beni Culturali e del Paesaggio art.10 ed assieme al mulino in pietra costituiscono una unità di straordinario interesse storico e turistico.
In questo angolo incontaminato ed al margine di uno splendido prato sorgono due manufatti medioevali di grande interesse. Un mulino in pietra viva, dalla inusitata grande ruota, ed un ponte medioevale, validi esempi di accurata edificazione; un incastro perfetto di pietre squadrate che il tempo e il transito carovaniero hanno lentamente consumato. Queste costruzioni, immerse in un verde incomparabile, un tempo venivano a completare ed impreziosire il vicino castello malaspiniano del quale purtroppo non rimangono che poche indicative tracce. Le pietre di questo diruto maniero sono state certamente utilizzate e reimpiegate in quelle modeste costruzioni contadine che ora sorgono alla base del colle.
Resta comunque, tangibile testimonianza di antichi interessi, il binomio mulino e ponte medioevale posti su una delle vie percorse dai traffici verso la pianura padana, o viceversa, verso i paesi della costa ligure. Una piacevole attrattiva sia storica che turistica.
Di un mulino funzionante in questa zona si ha memoria attraverso un atto notarile datato 1491 col quale Dns. Lodixius marchio Malaspina de Casanova qm. Antonii cedeva a Dns. Jo Lodovico de Flisco un “molindini a duabus rotis postum in Villa Casnova Vallis Trebie……acqua Pescia in confinibus Fontanigorde”. Jo Ludovico Conte dei Fieschi, con questa operazione d’acquisto dei diritti feudali, estendeva ulteriormente l’egemonia della grande famiglia Fieschi nel territorio malaspiniano, ormai in irreversibile disgregazione.
Egemonia tragicamente conclusa allorquando Gian Luigi Fieschi nel 1547 affrontò con esito disastroso il potere di Andrea Doria, bruciando in quella tragica azione anni ed anni di politica espansiva della potenza fliscana in questa parte dei feudi imperiali.
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