Importantissimo dal punto di vista storico-architettonico, è uno dei rari edifici ancora esistenti che un tempo funzionavano come “Palazzi di Giustizia” della Repubblica di Genova. La parola “paxi” o “pagi” sembra caratterizzasse, un tempo, gli antichi villaggi romani, anche se gli studiosi della lingua genovese affermano che il sostantivo esprima il concetto di "posto in cui si ristabilisce la pace" e sia riconducibile all’esistenza di particolari palazzi adibiti, appunto, all'amministrazione della giustizia e al controllo sul rispetto delle leggi vigenti in materia di ordine pubblico, obblighi fiscali, amministrazione, sanità. Questi palazzi erano muniti di sale per le udienze, carceri, locali per l'alloggio del personale, stalle, depositi per le armi, impianti per l’approvvigionamento idrico e cisterne per la conservazione dell'acqua.
Il palazzo, posto sulla sommità di una collina a circa 400 mt. slm., zona di valico importantissima per i traffici commerciali con la costa e con i mercati del nord, fu edificato nel XVI secolo, sulle rovine di un antico sito fortificato di cui si hanno notizie sin dal 1277.
La struttura in pietra a vista è ancora ben conservata nella tecnica originale. Gli archi del portale e dell’apertura soprastante sono costituiti da pietre squadrate di un tufo caratteristico della zona, reperibile nei vicini corsi d’acqua.
L’edificio subì varie trasformazioni a partire dal XVII secolo, anche a causa di un incendio che nel XVIII secolo lo distrusse parzialmente. Il lato sud risulta completamente perso, come pure i solai e le coperture.
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