Dal 1902 antica e Rinomata Trattoria nella frazione di ognio a Neirone.
Dal 2010 facente parte dei locali storici d'Italia, offre anche servizio per matrimoni, battesimi, cresime, comunioni ed altre cerimonie.
A Ognio, Del Pippo da Ugo ha una storia più che centenaria.
Nel 1856 la famiglia Raffetto inizia con l’attività di bottega di generi alimentari e falegnameria ubicata nei locali sottostanti alla bottega.
All’alba del secolo, nel 1902, Luigi Raffetto detto “Gurin” apre la prima osteria con cucina.
Pippo, il figlio nato nel 1880, apre nel 1918 l’albergo e nel 1922 trasforma l’osteria in vera e propria trattoria, creando una graziosa saletta con veranda tutt’ora in uso, con ai fornelli la moglie Teresa.
Nel 1923 nasce il “mitico” Ugo, fautore negli anni ’70 del secolo scorso, insieme alla sorella Tilde, della più alta espressione della cucina tipica ligure dell’entroterra.
Nel 1929 la frazione di Ognio è collegata finalmente con la strada carrabile. Da questa data gli ospiti giungeranno alla trattoria con maggior comodità, mentre in precedenza da Genova si doveva arrivare fino a Prato in tram e poi sobbarcasi quattro ore di cammino a piedi.
Con la sua abilità di maestro falegname e intagliatore, Pippo realizzò negli anni ’30 il bancone del bar in legno di ulivo, arricchito con un simbolo del “ventennio”, ancora in servizio nel ristorante.
Il Pippo creava pure le botti nelle quali vinificava le sue uve, producendo il famoso “Arsaiga”, tipico vino bianco locale, ormai scomparso.
Nel 1941, durante il secondo conflitto mondiale, tragicamente moriva Pippo, lasciando l’azienda famigliare al figlio maggiore Ugo, allora diciottenne, insieme alle sorelle Irene e Tilde, mamma dell’attuale Pippo. Durante questo periodo bellico, la trattoria continuò la sua attività offrendo ristoro equamente, sia ai partigiani locali che all’esercito tedesco occupante.
Da allora, una serie di ampliamenti fanno della trattoria il grande ed elegante locale che tanti apprezzano: la sala per banchetti al piano superiore, terminata nel 1974, sotto la direzione tecnica del geom. Corinzio Maggi, nipote di Ugo, è completata, nel 1983, con una spaziosa veranda a colonnato, impreziosita da affreschi del pittore G.B. Semino.
In conseguenza del “boom economico” degli anni ’60, la trattoria amplia la sua attività e ottiene grande notorietà a livello nazionale, vincendo numerosi concorsi di cucina, tra i quali nel 1974 “Le posate d’Oro” assegnate dall’Accademia della Cucina Italiana e nel 1977 “Il Cuoco d’Oro”.
Nell’ottobre del 1976 la trattoria fu onorata della prima visita del giornalista gastronomo Luigi Veronelli e, nel marzo 1977, del grande chef Luigi Carnacina, il quale lasciò nel libro d’oro la seguente dedica: “ Conoscere Ugo? Frequentatelo! Le sue specialità sono degne di alta devozione gastronomica! Hanno convinto tutti i miei amici del Club del Buongustaio, ed io ne sono sinceramente orgoglioso, perché mangiar bene è stato sempre il mio grande desiderio”.
Dagli anni ’50 la trattoria fu frequentata da numerosi personaggi dello sport (Gino Bartali, la squadra del Genoa, Antonio Cabrini), e dello spettacolo (Gilberto Govi, che su una sua foto scrisse “Baccere che ravieu!”, il maestro violinista De Barbieri e molti altri).
Dal 1980 la gestione della trattoria fu intrapresa dall’attuale Pippo sempre coadiuvato dalla mamma Tilde onnipresente in cucina fin dagli anni ’50.
In cucina oggi c’è Gianna, la moglie di Pippo, ed il figlio Luca Ugo, degni continuatori nonché garanti di una tradizione culinaria dell’immediato entroterra ligure.
A seconda delle stagioni assaggerete i classi antipasti della cucina ligure, fave nostrane con salame e pecorino sardo, salumi misti, funghi porcini in insalata -sempre legati alla stagione- nell’ “antipasto misto del Pippo” possiamo trovare le verdure ripiene alla ligure, le torte salate di verdura, riso e asparagi, funghi, cipolle, peperoni al forno, cotechino con salsa di mele renette, bignè al gorgonzola gratinati, il flan di verdure con fonduta e il prebugiun ligure.
Tra le tante "particolarità" che lo contraddistinguono il Pippo è anche un estimatore di mezzi militari d'epoca dei quali possiede un'ampia collezione, visitabile eventualmente prendendo accordi con il proprietario.
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